“Il primo obiettivo della nostra proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione è lasciarsi definitivamente alle spalle il Novecento. Segnare una cesura tra un’epoca contraddistinta dal conflitto tra capitale e lavoro, dalla logica della divisione pregiudiziale e della contrapposizione ideologica tra impresa e lavoratori, per entrare pienamente nel tempo che stiamo vivendo”. Lo ha detto il leader Cisl Luigi Sbarra intervenendo a Milano all’incontro: “È finita la lotta di classe” organizzato dal mensile “Tempi” e dalla Compagnia delle Opere. Per il numero uno di via Po è a “Gronchi, Fanfani, Storchi, Giulio Pastore, fondatore e primo segretario della Cisl, figure straordinarie del cattolicesimo popolare e democratico, di grande sensibilità politica e istituzionale, che si deve quell’articolo 46 che garantisce ai lavoratori il diritto a collaborare alla gestione delle aziende, “ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro e in armonia con le esigenze della produzione”. “La partecipazione è la via maestra per elevare i salari, radicare investimenti e occupazione, rilanciare formazione e competenze, esercitare controllo su salute e sicurezza, sviluppare la crescita reale e arginare la finanziarizzazione dell’economia, aumentare quelle buone flessibilità in grado di rendere più resiliente e competitivo il tessuto produttivo”. “Il nostro auspicio è che si arrivi ad un disegno di legge unificato, la cui approvazione faccia evolvere le relazioni industriali italiane nel solco della democrazia economica”, ha concluso.