“E’ fondamentale contrastare la piaga degli incidenti e delle tante morti sul lavoro. Bisogna fermare questa strage. Lo diremo forte e chiaro sabato nell’Assemblea dei nostri cinquemila delegati per la salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro. Attorno ai temi che compongono il lavoro sicuro e stabile, le politiche di sviluppo serve una “Alleanza della Responsabilità” che unisca le forze riformiste in un cammino verso obiettivi strategici condivisi”. Lo ha detto oggi il leader Cisl Luigi Sbarra intervenendo al Cnel alla presentazione del 1° Rapporto sui lavoratori immigrati nell’agroalimentare, commissionato da Fai Cisl e realizzato da Confronti. Sbarra ha sottolineato la necessità di “smontare alcuni stereotipi consolidati, di chi considera il fenomeno migratorio come invasione o come perenne emergenza securitaria”. “Se si esce da questo clima di esasperazione del dibattito pubblico si può vedere che non è così. Proprio la realtà delle filiere e dei comparti del settore agroalimentare ne è una dimostrazione evidente, considerando quanto al loro interno il lavoro migrante abbia un ruolo centrale e in diversi casi insostituibile”, ha aggiunto il sindacalista ribadendo che “L’impegno costante delle istituzioni deve essere quello di tutelare le nostre produzioni da speculazioni e meccanismi distorsivi. Puntare su produzioni agroalimentari sostenibili. Rafforzare le catene del valore, attraverso maggiori riconoscimenti ai lavoratori, investendo sul lavoro di qualità, la buona contrattazione, la formazione delle nuove competenze, per i “green jobs”, sempre più importanti per l’ambiente e per il sistema agroalimentare ambientale”. “Regolarizzazioni, fissazione di quote d’ingresso legali, misure come quelle contenute nel “Decreto Cutro” sono passi significativi. Ma bisogna andare oltre”, ha precisato Sbarra secondo il quale “Va costruita una “Dublino II”, con un sistema comune europeo che garantisca accoglienza, sicurezza e integrazione, con canali di ingresso regolari che permettano, anche attraverso la bilateralità, di incrociare domanda e offerta di lavoro permettendo alle imprese di disporre del necessario fabbisogno di lavoratori ben formati e qualificati, contrattualizzati e retribuiti”. “Occorre investire sull’immigrazione, cercando di tenere in equilibrio solidarietà, sostenibilità e opportunità. L’inclusione multiculturale è un investimento per il futuro che non può conciliarsi con sfruttamento, lavoro irregolare, ghettizzazione, caporalato, da combattere su tutti i fronti. Si dia finalmente piena attuazione alla Legge 199 del 2016, completando la colonna della prevenzione. Occorre dare protagonismo alle rappresentanze sociali e al mondo del lavoro dentro le aziende nel solco della partecipazione”, ha concluso.