“L’andamento degli infortuni, a partire da quelli mortali, come anche le malattie professionali, superato il primo semestre del 2024, segna un evidente crescita degli eventi che deve imporre un’attenta riflessione sulle cause e una strategica azione di prevenzione”. È quanto emerge dal REPORT SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO. ANALISI SEMESTRALE (INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI) realizzato dal Dipartimento Mercato del lavoro della Cisl.
“Dal confronto tra i dati del 2023 e quelli del 2024, riferiti allo stesso semestre, il numero complessivo degli accadimenti è aumentato di 3.600 casi di infortunio, pari ad un aumento del 2,21 % -sottolinea la Cisl-. Un fenomeno che emerge in modo significativo e che riguarda trasversalmente tutte le Regioni è l’incidenza degli infortuni “in itinere” sul numero totale degli accadimenti. Ben 12,488 incidenti nel 2024 contro 11. 963 dei primi sei mesi del 2023. Tale dato deve far riflettere sugli effetti che il traffico in aumento, la distrazione alla guida (specie in città) e i tempi ridotti per conciliare casa-lavoro-casa possono determinare sull’analisi complessiva del quadro infortunistico.
Importante evidenziare che in alcune regioni più di altre (Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Veneto) i dati infortunistici del settore Terziario sono molto alti, ancor più se rapportati all’Industria, pur sempre tenuto conto della dimensione delle regioni e del numero degli occupati (ricordando, comunque, che da anni in Italia il Terziario costituisce l’ambito occupazionale percentualmente maggiore e in costante crescita). La molteplicità e complessità delle cause alla base di tale drammatico fenomeno, nell’evidenziare ancora una volta l’urgenza e la necessità di politiche mirate di prevenzione e misure specifiche per settore, territorio, popolazione lavorativa, richiede indubbiamente analisi approfondite sui dati e sulle variabili di incidenza alla base di questi.
Per tali ragioni, la CISL Nazionale ha ritenuto opportuno produrre il REPORT SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO a cadenza semestrale, mediante il quale intende offrire una finestra di osservazione puntuale, avanzando alcune considerazioni e piste di riflessione, tenendo conto delle correlazioni dirette tra gli accadimenti, in termini di salute e sicurezza, andamento del mercato del lavoro e contrattazione. Tutto ciò riportando i dati più rilevanti (scelti da fonte INAIL), sia sul livello nazionale che territoriale (con evidenze per Regione) e facendo un focus su singole chiavi di interrogazione (quali età e genere), oltre ad un benchmarking dei dati del biennio in corso. Strumenti necessari anche per analizzare l’efficacia degli strumenti più recenti quale la tanto attesa Patente a Crediti che ancora stenta a decollare.
Uno strumento, quello del Report CISL, che offre anche sintetiche nozioni ed informazioni riferite al sistema delle tutele assicurative e dei principali elementi e ruoli della prevenzione aziendale. Emerge in modo significativo, analizzando l’età degli infortunati, l’esigenza che l’invecchiamento della popolazione lavorativa debba essere sempre più centrale nelle valutazioni che devono essere svolte occupandosi di revenzione e tutela della salute e sicurezza sul lavoro. L’alto numero di eventi nella fascia di età “60-64”, (soprattutto ad esito mortale), fa ben comprendere come sia elevata la percentuale di occupati in mansioni rischiose con un’età che tutti gli studi, sia internazionali che nazionali, attribuiscono a soggetti classificati “anziani”. Tale dato, in assenza di informazioni statistiche relative alle tipologie contrattuali degli occupati coinvolti sembrerebbe smentire l’affermazione, ricorrente quando si parla di incidenti sul lavoro, che gli infortuni gravi riguardino particolarmente gli occupati con contratti temporanei, che sono soprattutto giovani”.