“Preoccupazione della Cisl sui ritardi dei progetti Pnrr”. Lo rende noto un comunicato del sindacato di Via Po che esprime particolare apprensione per la sorte degli investimenti, rimodulati nella proposta di revisione del Pnrr, rivolti alla sanità territoriale e gli asili nido, alle infrastrutture materiali ed energetiche, alla coesione geografica e sociale. “Riteniamo fondamentale che su questi temi venga posta particolare attenzione e che i definanziamenti, fra i quali la gestione del rischio alluvione, il riassetto idrogeologico, le infrastrutture sociali quali istruzione, sanità e inclusione, siano compensati in tempi rapidi da altre risorse comunitarie e nazionali”, sottolinea la Cisl.
“Fondamentale è trovare soluzione a problemi delicati a partire dall’aumento dei prezzi delle materie prime cha ha causato un’impennata dei costi degli appalti per le opere; la complessità delle procedure amministrative relative alla messa a terra degli investimenti con l’esigenza di rafforzare la PA; gli squilibri del mercato del lavoro caratterizzati dal mismatch tra domanda e offerta e la conseguente difficoltà di reperimento di figure professionali qualificate per conseguire gli obiettivi del Piano”, precisa la confederazione guidata da Luigi Sbarra. “Rispetto alla sanità, la revisione del numero delle strutture e lo spostamento oltre il 2026 non deve essere pregiudizievole per il conseguimento degli obiettivi del Piano rispetto al processo di riequilibrio fra sanità territoriale e ospedaliera. Per quanto riguarda gli asili nido serve chiarezza sulle modifiche agli investimenti previsti, quantificando le risorse aggiuntive necessarie per il raggiungimento del target, esplicando le modalità operative del nuovo bando previsto, verificando anche l’esito dei progetti dei Comuni che non hanno rispettato la scadenza del 30 giugno”. In merito alla riprogrammazione del Piano per la Cisl “occorre riallineare e coordinare i programmi REPowerEU, PNRR, Programmazione dei fondi strutturali 21-27, FSC per agevolare la realizzazione di progetti e riforme. Condivisibile l’impostazione che configura il REPowerEU come una Missione aggiuntiva del Pnrr, ma vanno individuate risorse ben superiori a quelle messe a disposizione dalla UE. Le proposte di investimento e le riforme del capitolo REPowerEU devono riguardare in particolare alcuni assi strategici: il contrasto alla povertà energetica; il sostegno agli investimenti produttivi nelle filiere verdi; gli interventi in infrastrutture e impianti energetici per incrementare la sicurezza e la diversificazione dell’approvvigionamento” continua ancora la Cisl. “Va posta grande attenzione alle tutele dei lavoratori nelle filiere verdi dove vasta è la presenza di micro e piccole imprese che utilizzano contratti di subappalto e spesso dequalificano il lavoro e abbassano le tutele. Allo stesso modo bisogna focalizzare investimenti in nuove infrastrutture così da orientare la transizione su uno sviluppo sostenibile e compatibile con la coesione sociale e il rilancio quantitativo e qualitativo dell’occupazione”. Infine, in ordine al tema del Mezzogiorno, la Cisl ha espresso una “valutazione favorevole su una ZES unica per l’intera Area, ma sottolinea la necessità di non derubricare l’impegno originario della clausola del 40% delle risorse allocabili territorialmente per il Sud, sottolineando la problematicità dei definanziamenti delle infrastrutture”.