A chiederlo la Cisl Sicilia, che segnala che nell’Isola lavora meno di una donna su tre (il 29,3%) contro il 52,9% degli uomini. Il sindacato invita Palazzo d’Orleans a “informare alla logica della parità di genere le scelte di politica di bilancio”. E sollecita un piano straordinario per l’occupazione femminile. Misure in materia di servizi, welfare, sanità. E per combattere la piaga della violenza contro le donne
“L’agenda di genere dovrà essere il cuore delle politiche che scaturiranno in Sicilia dall’attuazione del piano Ue di ripresa e resilienza”. Come dire, “l’anima del patto per il lavoro per il quale la prossima settimana si incontreranno governo e sindacati regionali”. Nell’Isola lavora infatti meno di una donna su tre: il 29,3% contro il 52,9% degli uomini. Così, servono un piano straordinario per l’occupazione femminile. E assieme misure in materia di servizi; di welfare. In tema di sanità. E per combattere la piaga della violenza contro le donne. A dirlo Rosanna Laplaca, del vertice regionale Cisl. Laplaca è intervenuta stamani per la segreteria della Cisl dell’Isola, al meeting on line su ‘Agenda di genere: valore aggiunto per lo sviluppo sostenibile della Sicilia’, organizzato dal consiglio regionale Unipol nell’ambito del Festival per lo sviluppo sostenibile. Il Pnrr, ha detto, è un’occasione unica per il volume delle risorse che complessivamente mette in gioco: 192,5 miliardi di provenienza europea cui vanno aggiunti i 30,6 miliardi del fondo complementare istituito dal governo nazionale. E a queste vanno sommate le risorse che arriveranno dalla programmazione europea ordinaria. Insomma, un’opportunità da non lasciarsi sfuggire anche sul fronte delle politiche di genere. “Non tanto per perseguire un obiettivo di equità”, le parole di Laplaca. Piuttosto, perché una politica di riequilibrio sarebbe “una leva potente per la ripresa economica e sociale della regione”.
Al governo Musumeci la Cisl chiede di “informare alla logica della parità di genere le scelte di politica di bilancio che saranno adottate a breve”. Un terreno sul quale però “è altrettanto necessario l’impegno dell’Ars”. Servono politiche di sviluppo che coniughino le linee del piano straordinario per l’occupazione femminile con investimenti sul terreno dei servizi: da quelli per l’infanzia a quelli per l’assistenza agli anziani. Ma è necessario, secondo il sindacato guidato da Sebastiano Cappuccio, incentivare anche forme di organizzazione del lavoro più flessibili “soprattutto favorendo la contrattazione aziendale e territoriale”. In questo senso la Cisl chiede pure, con le parole di Laplaca, “politiche attive per il lavoro femminile che siano combinate con misure di aiuto alla maternità, per la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. E con interventi per la promozione e il sostegno all’imprenditoria femminile”.
Da Palazzo d’Orleans, sottolinea il sindacato, ci aspettiamo che il confronto che si aprirà tra qualche giorno “non sia episodico ma strutturato” affinché la Regione, con la disponibilità e la responsabilità di tutti, possa davvero incidere significativamente sulla condizione sociale, economica e lavorativa delle donne siciliane.
Umberto Ginestra