Nel 95% dei casi, donne vittime di sfruttamento sessuale. In occasione della Giornata mondiale contro i trafficanti di disperazione umana, la confederazione di via Po rilancia l’appello a una politica Ue che regoli il soccorso in mare e l’integrazione dei richiedenti asilo. Preveda una programmazione di ingressi regolari per lavoro. Organizzi il sostegno alle economie dei Paesi di origine dei flussi
«No alla tratta di esseri umani. Il 23% delle vittime sono bambine e adolescenti. La Cisl è in prima linea contro i trafficanti che sfruttano la disperazione di uomini e donne. Servono corridoi umanitari, integrazione, una politica di sostegno ai paesi di provenienza». Lo scrive su twitter la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, in occasione della Giornata mondiale contro la tratta degli esseri umani. La Cisl aggiunge in una nota che «nell’Unione europea il 95% delle vittime registrate, in aumento rispetto ai precedenti rilievi, sono donne e ragazze vittime di violenze finalizzate allo sfruttamento sessuale». «Sono donne spesso private della loro libertà personale, oggetto di violenze economiche, fisiche e sessuali, fattori che spesso mettono in pericolo la loro stessa vita», aggiunge la confederazione di via Po. «Siamo convinti che anche la prostituzione, come effetto perverso di questa odiosa pratica, sia una forma odiosa di schiavitù. Non c’è mai libertà quando si vende il proprio corpo. Si è libere quando si riesce, anche grazie all’aiuto di organizzazioni presenti sul territorio, a spezzare le catene dello sfruttamento gestito da profittatori senza scrupoli e organizzazioni criminali che gestiscono questi traffici». Per la Cisl «gli sforzi di tutta la comunità internazionale devono concentrarsi sulla lotta acerrima contro i trafficanti di esseri umani che sfruttano la disperazione di uomini, donne, bambine e bambini. L’Ue in questo può fare molto, concertando una politica comune che regoli il soccorso in mare, la redistribuzione dei naufraghi, l’accoglienza e l’integrazione dei richiedenti asilo, anche attraverso i corridoi umanitari. Tutto ciò basato su una condivisione delle responsabilità di tutti i Paesi membri per contrastare efficacemente, in tal modo, l’insicurezza, l’esclusione e le marginalità sociali. È necessaria, inoltre, una programmazione di ingressi regolari per motivi di lavoro che rispondano alle capacità di assorbimento dei sistemi produttivi dei singoli Paesi». «Infine – aggiunge la Cisl – occorrono una politica di sostegno alle economie dei Paesi di provenienza e un maggiore impegno nella cooperazione. Anche così si possono contrastare le mafie criminali che sfruttano il caos dettato dalla mancanza di una politica europea di gestione del fenomeno migratorio e ridare, a chi lo vede quotidianamente negato, il rispetto dei diritti umani».