Lo hanno deciso i sindacati per protestare contro i ritardi del Governo sul fronte delle infrastrutture necessarie al progetto Argo-Cassiopea. A mancare, la proroga della Valutazione di impatto ambientale scaduta a giugno. Senza la quale «rischia di andare in fumo un investimento di 800 mln che darebbe lavoro a 600 persone». 200 i licenziamenti già scattati. Per Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, serve anche un colpo d’acceleratore in tema di autorizzazioni alle bonifiche
Manifesteranno a Roma i lavoratori chimici di Gela di Cgil Cisl e Uil, nella mattinata di mercoledì 11 dicembre. Partiranno con una decina di pulmann il giorno prima, da Gela e da Caltanissetta, per ritrovarsi l’indomani davanti al ministero dell’Ambiente. Perché è la firma del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, l’ultimo tassello che manca al dossier relativo ai due giacimenti di gas metano Argo e Cassiopea, rinvenuti anni fa tra Gela e Licata e per i quali Enimed dovrebbe realizzare strutture e collegamenti. Un investimento di 800 milioni che darebbe lavoro tra diretto e indotto, secondo i sindacati, a 600 persone circa. Ma l’operazione resta al palo in attesa del via libera del ministero: tecnicamente, una proroga della Valutazione di impatto ambientale scaduta a giugno. Proroga che chiuderebbe il cerchio delle autorizzazioni già in cartella. Ma che tarda ad arrivare. Così da indurre Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, a dare il via stamani alla mobilitazione, a conclusione dell’attivo territoriale svoltosi nella sala sindacale della raffineria gelese. Cgil Cisl e Uil puntano l’indice contro il «ritardo ingiustificato del ministero» il quale, denunciano, non solo blocca così un progetto che sarebbe ossigeno per il territorio. Di fatto, sta innescando «una catena di licenziamenti»: 200 circa al momento, tra metalmeccanici ed edili specialmente. Ma le organizzazioni sindacali chiedono anche che «si acceleri il percorso delle autorizzazioni alle bonifiche ambientali», come stabilito nel protocollo sul sito gelese firmato a Roma nel 2014 tra istituzioni e parti sociali. Quell’accordo tra l’altro prevedeva bonifiche, impianti sperimentali e altro. E una volta completata la riconversione green della raffineria, la realizzazione delle infrastrutture necessarie per dar corso al progetto Argo-Cassiopea. Questioni ancora aperte. E per le quali Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil hanno deciso di dar corso alla mobilitazione. (ug)