Lavoro. Fumarola: “Il pensiero di Marco Biagi non si è fermato ventitrè anni fa ma continua a parlarci attraverso il suo metodo: riforme concrete, visione europea, dialogo sociale, centralità della contrattazione, partecipazione”

“Parlare oggi di giovani e lavoro significa affrontare la più grande sfida morale, sociale ed economica del Paese. E farlo nel nome di Marco Biagi è un dovere perché il suo pensiero non si è fermato ventitré anni fa ma continua a parlarci attraverso il suo metodo: riforme concrete, visione europea, dialogo sociale, centralità della contrattazione, partecipazione. La sua analisi e la sua ricerca hanno inciso profondamente, sfidando le resistenze ideologiche, le minacce, i pericoli di un estremismo assassino che ha premuto il grilletto e messo fine alla sua vita. Ma non alle sue idee”. Lo ha detto oggi al Cnel la leader della Cisl Daniela Fumarola al Convegno di Adapt 25 su “Giovani e lavoro: l’attualità del pensiero di Marco Biagi” a 23 anni dalla sua scomparsa.
“Le nuove generazioni cercano nel lavoro anche flessibilità, possibilità di conciliare vita personale e professionale, più tempo libero e autonomia nelle proprie scelte”, ha aggiunto Fumarola, secondo cui “Il lavoro non è più solo un mezzo di sussistenza, ma un elemento che deve dare senso e qualità alla vita”.
“Questo richiede un cambiamento culturale e strutturale, con politiche aziendali che valorizzino il benessere dei lavoratori e modelli contrattuali che favoriscano una maggiore autodeterminazione senza compromettere diritti e tutele. È una sfida che il mondo del lavoro non può ignorare, perché intercettare queste nuove esigenze significa costruire un mercato più equo, sostenibile e attrattivo per le nuove generazioni”, ha precisato la sindacalista ricordando che: “Il mondo del lavoro sta attraversando un cambiamento radicale. Le transizioni digitali, demografiche, industriali, stanno ridisegnando il modo in cui si lavora e i profili professionali richiesti. Il mercato oggi ha bisogno di competenze nuove, di lavoratori capaci di adattarsi e di aggiornarsi continuamente. La formazione deve essere considerata un driver strategico, non un costo”.
Per Fumarola “Servono per questo politiche innovative, con una rete istituzionale e sussidiaria capace di assicurare ad ogni persona apprendimento perpetuo, sostegno al reddito legato a percorsi di riqualificazione, orientamento nel mercato del lavoro”. “Il problema della nostra occupazione oggi risponde alla parola qualità e non quantità. Sbaglia chi oggi indica nel jobs act la madre di tutti i mali del mercato del lavoro e nel referendum l’improbabile panacea a queste piaghe. Il lavoro di oggi non si governa con strumenti di 50 anni fa. Bisogna guardare avanti e assumere un approccio sussidiario, universalistico e proattivo. La via per la Cisl è quella di un nuovo Statuto della persona nel mercato del lavoro che dia risposte ad ogni individuo che perde o cerca lavoro, a prescindere dalla natura del suo rapporto. Bisogna affrontare con serietà il tema del lavoro giovanile e della condizione di donne e NEET con strumenti adeguati di inserimento e crescita, rimettendo al centro reddito, formazione e nuove tutele”, ha concluso.