“Sulla sicurezza nei luoghi di lavoro paghiamo il prezzo di mancati controlli, di leggi chiare ma inapplicate, dei tanti anni di assunzioni bloccate nei ruoli ispettivi, di scarsi investimenti in formazione e prevenzione. Ora finalmente qualcosa si muove grazie alla nostra insistenza. Ma dobbiamo consolidare e accelerare i reclutamenti, incrociare le banche dati di tutti gli enti coinvolti, far rispettare ovunque le norme”. Lo ha detto oggi a Roma Il Segretario Generale della Cisl Luigi Sbarra al “Forum Facility”, sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. “Serve un cambiamento strutturale, una strategia nazionale che coinvolga stabilmente istituzioni e parti sociali– ha aggiunto il leader Cisl osservando di aver “registrato e apprezzato l’apertura da parte del Presidente di Confindustria Orsini, che ha dichiarato la volontà di costruire un nuovo Patto sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Lo spirito che serve è esattamente questo – ha detto. Una sinergia tra tutti gli attori coinvolti, Governo, Autonomie locali, Sistema delle Imprese, Sindacato, per orientare quelle riforme, quelle innovazioni, quegli investimenti pubblici e privati che riescano a sanare questa piaga aumentando anche la qualità di processo e di prodotto delle nostre imprese. Perché dove c’è sicurezza, dove c’è tecnologia, dove c’è più coinvolgimento dei lavoratori, c’è anche maggiore competitività e produttività. Il percorso di cambiamento deve essere accompagnato anche da una evoluzione del modello di relazioni industriali verso forme di partecipazione che riconoscano ai lavoratori e ai loro rappresentanti un coinvolgimento nelle decisioni strategiche, incluse quelle che riguardano la sicurezza nei luoghi di lavoro. Bisogna estendere i delegati alla sicurezza, garantire un presidio effettivo di controllo, utilizzare l’innovazione per rendere più sicuri macchinari e mezzi di cantiere. Corresponsabilità è l’unica via, se davvero vogliamo favorire una maggiore consapevolezza dei diritti e dei doveri tra i lavoratori. E poi c’è da fare un salto culturale: è tempo che i programmi scolastici affrontino questi temi, perché gli studenti, i ragazzi di oggi, saranno i lavoratori, gli imprenditori e i professionisti di domani” . ha concluso.