Così Cappuccio commentando il varo all’Ars delle leggi di Bilancio e di Stabilità. Per la Cisl, in Sicilia come nel Sud il 34 per cento degli occupati guadagna meno di diecimila euro l’anno. La ripresa passa da un “confronto strutturato e non episodico” tra istituzioni e parti sociali, che abbia al centro i temi del lavoro, dello sviluppo. E di una “governance partecipata di Pnrr e fondi Ue”
“Bene riguardo ai tempi. E anche per gli interventi contro le emergenze e le calamità. Ma al governo ora chiediamo di volare alto. E di far ripartire la Sicilia grazie al confronto strutturato con sindacati, enti locali e imprese”. Così Sebastiano Cappuccio, segretario della Cisl siciliana, intervenendo sull’approvazione all’Ars, all’alba di oggi, delle leggi di Bilancio e di Stabilità. Per il segretario, il 34 per cento degli occupati, in Sicilia come nel Sud, guadagna meno di diecimila euro l’anno. Dunque, “è necessario che il confronto col governo si apra subito. E che abbia al centro i temi del lavoro, del disagio sociale, degli investimenti, del rilancio della pubblica amministrazione. In generale, la questione dell’innalzamento del tasso di crescita e del rafforzamento del tessuto industriale e produttivo dell’Isola”. In questo senso, continua Cappuccio, “al presidente Schifani sottolineamo l’urgenza di una governance partecipata degli investimenti del Pnrr e del coordinamento del piano di ripresa Ue con la riprogrammazione dei fondi strutturali e di coesione europei”. Archiviata la manovra finanziaria, insomma, per la Cisl serve che istituzioni e parti sociali si siedano a un tavolo istituzionale per contribuire assieme alla ripartenza della regione. “Ma a nulla gioverebbero – avverte Cappuccio – incontri episodici o di mera informazione sullo stato dell’arte delle cose”. (ug)