“E’ stato un incontro importante, fortemente voluto dalla Cisl, che dimostra una apprezzabile apertura del Governo alle istanze delle parti sociali. Il Piano strutturale, imposto dalle nuove regole europee, condizionerà la politica sociale ed economica dei prossimi sette anni. Il dialogo sociale è essenziale non solo per affrontare le sfide immediate, ma anche per tracciare una rotta equa e sostenibile che ci guidi nel medio periodo. Ora il testo andrà in Parlamento e poi tornerà sul tavolo del Governo prima del via libera verso Bruxelles”. E’ quanto ha sottolineato il leader della Cisl Luigi Sbarra al termine dell’incontro con il Governo a Palazzo Chigi sul Piano strutturale di bilancio di medio termine.
“Abbiamo espresso al Ministro Giorgetti la nostra preoccupazione per i limiti imposti dal Patto di Stabilità europeo, su cui auspichiamo una riforma nel corso della legislatura appena avviata. Accogliamo con favore lo sforzo del Governo nel delineare una traiettoria di rientro prudentee responsabile con una correzione nell’ordine del mezzo punto di Pil all’anno. Tuttavia, la CISL ribadisce che tale percorso non può, e non deve, avvenire comprimendo la spesa sociale. Lavoro, crescita salariale, sanità, scuola, pensioni, sostegno alle famiglie, alla povertà e alla non autosufficienza sono capitoli che consideriamo prioritari e incomprimibili.
La CISL ha proposto una serie di misure per recuperare risorse senza colpire i settori più vulnerabili della società. Tra queste, un rafforzamento della lotta all’evasione fiscale e contributiva, una spending review concertata che elimini gli sprechi ma tuteli il welfare, una revisione degli incentivi alle imprese per favorire le realtà che esercitano responsabilità sociale, applicano i buoni contratti, fanno partecipazione. Chiediamo inoltre una maggiore tassazione delle grandi rendite finanziarie e immobiliari, come pure un contributo di solidarietà da parte delle multinazionali e l’istituzione di un fondo garantito dallo Stato che convogli , su base volontaria, il risparmio privato verso l’economia reale. I segnali macroeconomici attuali ( occupazione, Pil , export , bilancia commerciale, economia ecc. ), pur incoraggianti, non devono farci abbassare la guardia. L’obiettivo, nell’immediato, è dare pieno compimento agli investimenti e ai progetti previsti dal PNRR attraverso una governance partecipata, a partire dai territori. Già dalla prossima Manovra, dobbiamo mettere al centro coesione e qualità del lavoro, abbassare le tasse sulle fasce medie e popolari, prorogare e rendere strutturale la riduzione del cuneo contributivo e l’accorpamento delle prime aliquote Irpef. Bisogna assicurare la piena indicizzazione delle pensioni, detassare i frutti della contrattazione , rinnovare i contratti pubblici e privati, rilanciare strategie industriali, investire di più sulla sanità, famiglia e natalità ed anche nella scuola e nel sostegno alle marginalità. In vista del 2026 e della fine delle risorse del Piano di Ripresa e Resilienza, è necessario rilanciare la crescita, rafforzare e redistribuire la produttività, governando in modo sostenibile le grandi transizioni in atto attraverso investimenti che mettano al centro il lavoro di qualità, l’evoluzione partecipativa delle relazioni industriali, infrastrutture materiali e sociali, assunzioni e stabilizzazione del precariato storico nel pubblico impiego, nella sanità, nella scuola, un welfare più inclusivo e sussidiario. Di fronte a noi c’è un cammino complesso, che richiede già da oggi la costruzione di un Patto Sociale fondato su obiettivi strategici condivisi sostenuto dalla contrattazione e dalla partecipazione”.