Articolata per settori, la mobilitazione. E venerdì sarà la volta del trasporto aereo. Al centro della protesta di lavoratori e sindacati, il gap infrastrutturale Sicilia-Italia, la riorganizzazione del sistema dei collegamenti dell’Isola e la creazione di due grandi hub aeroportuali, a Palermo e Catania
È stata di circa il 75 per cento per il trasporto pubblico locale, bus e tram, e per il trasporto ferroviario, l’adesione in Sicilia allo sciopero nazionale indetto per la giornata di oggi da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti. Per Anas, fanno sapere i sindacati, ha scioperato il 50 per cento del personale mentre «registra un picco di circa l’86% lo stop per i lavoratori portuali e marittimi che, pur garantendo i servizi minimi essenziali, hanno aderito in massa per dire no al sistema dell’autoproduzione così come viene gestito dagli armatori nell’Isola e al dumping contrattuale». Lo sciopero è articolato e diversificato per settori: lo stop per bus e tram è di 4 ore dalle ore 9 alle ore 13; treni fermi per 8 ore, dalle 9.01 alle 17.01 mentre le navi per 24 ore, dalla mezzanotte del 23 alle 24 del 24 luglio, 24 ore di stop anche per i portuali. Venerdì 26 luglio sarà la volta del trasporto aereo per 4 ore, dalle 10 alle 14. Durante lo sciopero si sono tenuti presidi davanti alle nove Prefetture dell’Isola per consegnare ai prefetti la piattaforma di rivendicazione sindacale dal titolo “Rimettiamo in movimento il Paese”. «Lo sciopero nella nostra terra ha una valenza in più – hanno commentato i tre segretari generali regionali Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti Sicilia, Franco Spanò, Dionisio Giordano e Agostino Falanga, che hanno partecipato al presidio di Palermo – perché la Sicilia, ultima regione d’Europa, soffre di un gap infrastrutturale e dei trasporti che limita il suo sviluppo». «I temi della riforma del Tpl, del rilancio del Consorzio autostradale siciliano, della riorganizzazione del sistema aeroportuale e di quello portuale regionale, il rispetto delle norme sull’autoproduzione, lo sviluppo del sistema ferroviario, viario e autostradale, dell’Anas che in Sicilia è stata penalizzata dal riordino nazionale, la realizzazione delle cosiddette autostrade del mare, sono nodi centrali per il futuro dell’Isola, che non possono che essere trattati in un tavolo permanente di confronto a livello regionale, da attivare con urgenza – hanno aggiunto -. Ci ascolti anche il governo nazionale e rilanci le infrastrutture per rimettere in movimento il Paese, il Sud ne ha un bisogno vitale». I sindacati hanno quindi sottolineato nel dettaglio, l’esigenza di «creare due grandi hub individuati a Palermo e Catania, unici poli in grado di superare le criticità che attengono alla gestione e valorizzazione degli aeroporti minori, di dare una decisiva spinta propulsiva allo sviluppo aeroportuale dell’Isola con una notevole potenzialità di crescita in termini di utenti e di garantire un’adeguata offerta di voli». Poi ancora «l’attuazione di una politica infrastrutturale per il trasporto ferroviario che colmi il gap strutturale esistente e renda efficienti servizi e percorrenze; la riorganizzazione dell’Anas in Sicilia, il miglioramento del trasporto marittimo con la garanzia della continuità territoriale e il potenziamento dei collegamenti con le isole minori».