Si può davvero dire: i primi trent’anni dell’Ente Bilaterale siciliano. Sei lustri passati ad incrementare le prestazioni del welfare, con obiettivi sempre più ambiziosi. E si è visto la validità dell’Ente nel momento della pandemia, quando è stato possibile fronteggiare con l’Ebas la cassa integrazione con cento milioni di euro. Ma un’emergenza della quale l’ente ha fatto tesoro e che oggi si è trasformata in una opportunità di welfare per imprese e lavoratori.
Oggi l’Ebas (ente bilaterale dell’artigianato costituito da Cna, Casartigiani, Confartigianato e Claai, in rappresentanza delle imprese artigiane e da Cgil, Cisl e Uil in rappresentanza dei lavoratori) ha incrementato le prestazioni in quantità e qualità. Ma ha anche accresciuto la mole di iscrizioni passando da 3 mila imprese e circa 8 mila lavoratori del 2020 a poco meno di 9 mila imprese e circa 25 mila lavoratori nel 2022.
Della storia dell’Ebas ma soprattutto del futuro della bilateralità artigiana, si è discusso questa mattina, nell’aula magna Vincenzo Li Donni, al dipartimento di Scienze economiche all’Università di Palermo. Presenti autorità politiche e civili e il mondo della bilateralità che compone l’Ebas, con il quale è stata organizzata una tavola rotonda proprio sul “Futuro Artigiano”.
“Abbiamo davanti obiettivi di crescita importanti da raggiungere – ha detto la presidente dell’Ebas, Florinda Scala –. Siamo ancora ad un terzo delle aziende che dovrebbero essere iscritte, in Sicilia ci sono oltre 24.000 imprese con dipendenti nel settore artigiano non edile e noi attualmente ne abbiamo solo 9.000. Nella nostra regione manca ancora una adeguata educazione alla bilateralità e all’applicazione integrale dei Ccnl, occorre intervenire sul fronte culturale. L’Ebas è un’eccellenza del territorio perché offriamo alle aziende ed ai lavoratori servizi che altri non offrono, perché possiamo contare su una struttura snella, senza costi di gestione elevati e perché decidiamo di redistribuire agli iscritti sotto forma di contributi la gran parte delle risorse derivanti dalla raccolta della contribuzione pagata dalle imprese. Raccontare oggi l’esperienza di questi 30 anni di bilateralità artigiana in Sicilia – ha concluso – significa per noi in qualche modo narrare come si sono evolute le relazioni sindacali del comparto artigiano. Poiché la bilateralità artigiana in Sicilia ha agito non solo da fattore propulsivo del welfare cosiddetto di secondo livello, ma anche come fattore propulsivo di un modello partecipativo e non conflittuale delle relazioni sindacali del nostro comparto”.
Nel corso della mattinata, l’Ebas ha consegnato un rapporto che racconta i trent’anni di attività dell’ente dal quale emerge come la bilateralità artigiana in Sicilia è passata negli ultimi anni da essere questione di pochi, di quei pochi che sedevano al consiglio direttivo dell’ente, a diventare elemento strategico delle relazioni sindacali del comparto artigiano.
“Il rapporto che abbiamo presentato questa mattina – ha spiegato la vice presidente dell’Ebas, Rosanna Laplaca – si offre come utile strumento per sviluppare ricerche tematiche future in relazione alle diverse esigenze delle parti sociali e favorire ulteriori collaborazioni con le istituzioni ed il mondo accademico, forti di una consolidata capacità delle parti sociali, abbandonata ormai una cultura antagonista, di sviluppare le relazioni in un rinnovato clima di fiducia e collaborazione. Abbiamo necessità – ha concluso – di consolidare una bilateralità rinnovata che diventa strumento per lo sviluppo di sistemi di welfare territoriali da un alto, e dall’altro con il suo modello di relazioni industriali di tipo partecipativo, diventa strumento principe per aumentare la competitività delle imprese e promuoverne la capillare diffusione nel territorio”.
L’assessore regionale alle Attività produttive, Edmondo Tamajo, ha voluto sottolineare l’importanza della bilateralità artigiana. “Faccio gli auguri all’Ebas per i suoi trent’anni – ha detto Tamajo –. L’ente bilaterale, come me, ha una mission: facilitare l’accesso, nel rispetto delle norme e della legge, alle misure di sostegno e le varie opportunità per le imprese. Insomma accorciare le distanze con il mondo dell’artigianato. Un dialogo costante per la promozione e nella tutela di un intero settore e delle aziende che ne fanno parte, raccogliendo richieste e proposte e portandole all’attenzione del mio assessorato e della politica tutta. È necessario che questo dialogo sia mantenuto attivo e le tematiche sempre aggiornate rispetto alle reali necessità delle aziende, soprattutto in anni complessi come questi che stiamo vivendo”.
Di particolare importanza le tematiche che sono emerse dalla tavola rotonda sul “Futuro artigiano”, dove particolare attenzione è stata posta anche sulle tematiche della sostenibilità, della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale. A dialogare insieme, le parti sociali dell’ente con Tindaro Germanelli (Cna Sicilia), Sebastiano Cappuccio (segretario generale Cisl Sicilia), Andrea Di Vincenzo (segretario Confartigianato Sicilia), Piero Gaglio (Uil Sicilia), Alfio Mannino (segretario generale Cgil Sicilia), Orazio Platania (presidente Claai Sicilia) e Maurizio Pucceri (presidente Casartigiani Sicilia).
Fonte: corrieredelleconomia.it